Concessioni demaniali marittime: la nuova proroga e la lettera del Presidente della Repubblica alle Camere e al Governo.
Con la l. 24 febbraio 2023, n. 14, di conversione del d.l. 29 dicembre 2022, n. 198 (“Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi”), è stata disposta una nuova proroga delle attuali concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive fino al 31 dicembre 2024, estendibile fino al 2025, laddove si presentino ragioni oggettive che impediscano la conclusione della procedura selettiva. Con la legge di conversione, inoltre, è stato prorogato al 27 luglio 2023 il termine per l’esercizio, da parte del Governo, della delega disposta dalla l. n. 118/2022 per la “mappatura” delle concessioni di beni demaniali.
Come noto, la questione riguardante la liberalizzazioni delle concessioni demaniali marittime ha assunto rilievo con la Direttiva 2006/123/CE (conosciuta anche come “Direttiva Bolkestein”), mediante la quale il legislatore sovranazionale ha inteso abbandonare il precedente sistema, nel quale le risorse naturali marittime erano assegnate automaticamente al titolare di vecchie concessioni, in favore, invece, di procedure di evidenza pubblica che assicurino la parità di condizione tra i soggetti potenzialmente interessati ad esercitare il servizio.
Tale direttiva è stata considerata direttamente applicabile nell’ordinamento interno dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, la quale, con le due sentenze n. 17 e 18 del 2021, ha ritenuto incompatibile con la disciplina comunitaria qualsiasi provvedimento legislativo di proroga delle concessioni demaniali marittime; le medesime pronunce dell’Adunanza Plenaria hanno altresì individuato il 31 dicembre 2023 come termine congruo per l’operatività degli effetti delle attuali concessioni, trascorso il quale eventuali proroghe legislative dovrebbero ritenersi non più applicabili né da organi giurisdizionali né da autorità amministrative.
La previsione di nuove proroghe delle concessioni balneari in essere, secondo quanto stabilito dai summenzionati provvedimenti dell’Adunanza Plenaria, potrebbe essere disapplicata, quindi, dalle autorità nazionali, in quanto contraria alla legislazione comunitaria, e, perciò, le stesse potrebbero indire procedure per le nuove assegnazioni. Il Consiglio di Stato infatti, con la recente sentenza del 1 marzo 2023, n. 2192, si è pronunciato su un ricorso presentato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e ha stabilito che la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime, disposta dal d.l. n. 198/2022, “si pone in frontale contrasto con la […] disciplina di cui all’art. 12 della direttiva n. 2006/123/CE, e va, conseguentemente, disapplicata da qualunque organo dello Stato”.
Il conflitto delle nuove proroghe con l’ordinamento eurounitario, oltretutto, è stato evidenziato anche dal Capo dello Stato, che con rilievi espressi nella lettera rivolta alle Camere e al Presidente del Consiglio dei Ministri, e resa nota in sede di promulgazione della l. n. 14/2023, ha evidenziato l’incertezza del quadro normativo e ha auspicato un’iniziativa del Governo e del Parlamento in conformità ai principi sovranazionali.
Antonio Lubrano
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